Immagine casuale













Corso di fotografia - Macro PDF Stampa E-mail
Mercoledì 25 Febbraio 2009 15:01

 

Per chi si accinge alla macrofotografia é importante chiarire subito la differenza fra : fotografia ravvicinata e macrofotografia.


La fotografia ravvicinata
é quella che eseguiamo quando ci avviciniamo il più possibile al nostro soggetto, fino ad ottenere, composte sul fotogramma, immagini di dimensioni uguali all’originale (1:1). Fotografando un’ape ad esempio riprodurremo sul fotogramma un’immagine di dimensioni esattamente uguali all’originali.

 

 

 

fig. 1 : immagine di un ragno in rapporto 1:1

 

 

La macrofotografia é quella, invece, che ci permette di ottenere degli ingrandimenti; ingrandimenti che dunque partiranno dalle dimensioni reali, fino ad ottenere immagini sul fotogramma ingrandite di 10 volte rispetto all’originale

 

 


fig. 2 : lo stesso ragno con un rapporto di ingrandimento

 


Se leggete, quindi, che un’immagine ha un rapporto di ingrandimento 1:1 significa che le dimensioni del soggetto fotografato sono esattamente quelle riprodotte sul fotogramma; se viceversa parliamo di un rapporto 1:2 significa che il soggetto, sul fotogramma, é grande il doppio di quando ci apparirebbe nella realtà… é cosi via. Le stesse cose potete trovarle scritte diversamente… 1x equivale a 1:1 1/2x equivale 1:2.

Queste sono nozioni che vi serviranno solo per leggere le didascalie di alcune foto o per comprendere il linguaggio che troverete a corredo delle immagini in altri siti. Per ottenere belle immagini non sarà necessario pertanto ottenere ingrandimenti, spesso già un rapporto 1:1 offre risultati soddisfacenti. Ma veniamo ad una serie di piccole attrezzature che faranno parte dei “trucchi del mestiere”.

Oltre alla solita attrezzatura mettete dentro la borsa, una piccola bottiglia d’acqua (non vi servirà per bere), un piccolo nebulizzatore, una pinzetta di metallo di circa 20 cm., un taglierino e delle forbici, un

 

 

 

 


fig. 2: il materiale da inserire in borsa per un’uscita “macro”

 


A cosa servono queste cose?

Cominciamo dall’acqua e dal nebulizzatore…

Sicuramente tutti avrete visto quelle bellissime foto, in cui la tela del regno era cosparsa di goccioline d’acqua della prima rugiada del mattino…bene… se volete scattare una foto simile avete due alternative, o recarvi nei boschi o in campagna alle 6 del mattino, sperare che la vostra tela o il vostro fiore siano in una posizione accessibile e che la luce sia giusta, oppure….

…oppure caricate con l’acqua il vostro nebulizzatore e creare fantastiche gocce di rugiada anche a mezzogiorno in pieno favore di luce. Non temete, se non esagerate, il ragno non ne
soffrirà
Ovviamente potremo usare il nebulizzatore in tutti i casi in cui vogliamo realizzare l’effetto rugiada o bagnato.


 

fig. 3 : gocce di rugiada su di una filo d’erba…realizzate con uno spruzzatore



Veniamo ora alla pinzetta….

Stiamo parlando di una semplice pinzetta …tipo quella per le ciglia….capita infatti che in taluni casi si renda necessario spostare l’insetto, porlo in una posizione ove ci sia più luce, spostare gli stami di un fiore….insomma la pinzetta vi servirà sicuramente in cui dovrete “maneggiare” il soggetto della foto. Non toccate mai, quindi, gli insetti con le mani e, quando li dovrete “maneggiare” con la pinzetta, state attenti…, sono fragili, non li maltrattate, loro non vi hanno fatto nulla.

 

 

Fig. 4 : con l’uso di una pinzetta é possibile dischiudere anche i petali di un fiore

 

 



Taglierino e forbici

Capita spesso che il “soggetto” si trovi in una posizione difficilmente accessibile…pensiamo al fitto di un sottobosco, o in una sterpaglia secca…ebbene in tutti i casi in cui possiate usarli senza fare danno anche solo ad un filo d’erba, il taglierino e le forbici saranno utilissimi.

 

Carta alluminio e cartoncino bianco

In questo caso la funzione e facilmente intuibile… con essi, opportunamente posizionati intorno al soggetto, potremo amplificare la portata del nostro flash, ottenere una seconda angolazione della luce che correggerà le ombre, o più semplicemente “schiarire” una scena con poca luce.

 

Il Miele

Con la mistura di miele ed acqua avrete a disposizione una vera e propria “esca” da lasciare su fiori, foglie, rami…attirerete cosi le vostre prede fotografiche.

 


fig. 3 : posizionamento di un’esca per “insetti” a base di miele con l’uso di uno stuzzicadenti


Un ultimo consiglio: premunitevi di inserire anche qualche cerotto (sbucciature e contusioni vanno tenuti in debito conto) ed un minimo di disinfettante. Per esperienza diretta posso dirvi che questo materiale può bastare per evitare di dover interrompere sul più bello un’uscita “macro”.

 

 


fig. 3: un minimo di precauzione…cerotti e disinfettante

 

 

La messa a fuoco

Quando vi accingerete a scattare la vostro foto macro, quando comincerete ad intravedere la vostra preda all’interno del mirino oppure sul monitor della vostra macchina digitale, ricordate alcune cose importantissime che riguardano la preparazione e la messa a fuoco:

1.1) fate innanzitutto in modo che il vostro apparecchio sia GIA’ ben impostato e pronto alla scatto in relazione alle condizioni di luce in cui operate, molte volte avrete a disposizione solo uno scatto, la vostra preda non aspetterà li ferma, cercherà di scappare!!!

1.2) perciò  che concerne la messa a fuoco, se usate un tipo di messa a fuoco manuale, allenatevi a focheggiare oggetti che si trovano ad una distanza ravvicinata, avrete poca profondità di campo, ed anche usando il migliore dei vostri diaframmi (f:16 / f:32) essa si concretizzerà in uno spazio spesso esiguo. In questi casi trovo molto più efficace avanzare ed arretrare con tutta la macchina, piuttosto che focheggiare con l’obbiettivo; sarete cosi vicino al vostro soggetto che vi accorgerete che semplici movimenti del tronco basteranno per vedere perfettamente a fuoco la vostra cattura nel vostro mirino.

 

Fig.4 : la messa a fuoco risulta più semplice movendo tutta la macchina piuttosto che focheggiare con l’obiettivo

 


1.3) se invece usate l’ autofocus, l’automatismo, almeno inizialmente, vi sarà di grande aiuto, ma attenti…, abbiate cura di aver letto bene il manuale della macchina (come precedentemente consigliato); molte fotocamere, infatti, permettono di impostare l’area di messa a fuoco. In tale caso il settaggio migliore ritengo sia quello che prevede la messa a fuoco sull’area centrale anche se gli insetti solitamente sono tanto piccoli da mettere a dura prova i migliori apparati autofocus.

 

 

 

 

 

La messa a fuoco


 

fig. 2 settaggio della messa a fuoco sull’area centrale in diverse fotocamere digitali

Nelle compatte digitali spesso gli automatismi autofocus – in presenza di un campo da riprendere con più piani di messa a fuoco – impazziscono, non riuscendo a trovare un punto di riferimento. In questo caso é opportuno fermarsi e far focheggiare in macro la fotocamera su di un soggetto “facile”…il vostro orologio da polso andrà benissimo. In tal modo l’automatismo riprenderà il suo settaggio ed avrete modo di riprovare la focheggiatura.

 

 
fig. 3 : la focheggiatura su un soggetto facile per resettare l’autofocus



Altro espediente – da usare soprattutto con l’inserimento del flash – si basa sul blocco della messa a fuoco. Controllate sul manuale di istruzioni se tale funzione e presente. Quasi tutte le fotocamere compatte digitali hanno una funzione che blocca la messa a fuoco automatica quando viene premuto leggermente il pulsante di scatto a metà della sua corsa. In tale caso la presenza del flash vi permetterà di chiudere il diaframma (almeno a F. 8) e di scattare con una certa profondità di campo; a questo punto mettete a fuoco sul vostro orologio da polso…una volta che la messa a fuoco é ottenuta, bloccatela premendo il pulsante di scatto a meta corsa, e tenendolo premuto i tale posizione, avvicinatevi al soggetto che risulta difficile da focheggiare fino ad una distanza più o meno pari a quella che aveva la fotocamera dal vostro orologio .

 

 
fig.4 : il dispositivo di blocco della messa a fuoco permette di bypassare i problemi dovuti all’autofocus


Raggiunta tale distanza non vi resta che concludere con lo scatto e..sperare che il vostro occhio ed un minimo di profondità di campo facciano il resto.

I “grandi fotografi” storcerebbero il naso di fronte ad un espediente cosi “empirico” …ma se scattiamo con una compatta digitale certo non avremo problemi di costi di pellicola…dunque perché non provare ?

1.4) se siete in possesso di una piccola digitale compatta, il migliore consiglio – in ogni caso – é di conoscere bene l’ apparecchio che utilizzate, ed allenarvi a casa. Conoscerete al meglio i limiti della vostra fotocamera

 

 
fig. 5 : una composizione con i soggetti sulla diagonale dell’inquadratura



Una volta che queste regole saranno a voi ben chiare e che l’esperienza avrà reso sempre migliori, in termini di fuoco ed esposizione i vostri scatti, allora prestate anche attenzione alla composizione; ad esempio: una foto in cui il vostro soggetto e posto su uno stelo d’erba può essere inserito nella foto in mille modi diversi. Se riuscirete a ritrarlo in modo che sia presente una diagonale all’interno del fotogramma questa attirerà l’attenzione sul soggetto, meglio ancora se la diagonale percorrerà il fotogramma da sinistra a destra: é questo il modo in cui il nostro cervello é preparato a ragionare, il modo in cui noi tutti occidentali scriviamo (da sinistra verso destra) e con il quale tutti noi siamo portati a leggere le “informazioni” .

In ogni caso, quando la vostra cattura ve lo permetterà, appena dopo aver scattato la prima foto d’istinto (per non perdere la cattura) prestate anche attenzione alla composizione.

Gli sfondi

SFOCATO O NERO ?

Lo sfondo della nostra fotografia, al pari del soggetto, é di fondamentale importanza . Uno sfondo ottimale servirà a valorizzare l’immagine principale mettendola in risalto.

Anche se ovvio, é il caso di ricordare che componenti di disturbo vanno evitati . Fate quindi in modo che non appaiano nelle vostre foto elementi “umani” ad es. reticolati, fili di linee elettriche ecc.

Per ciò che concerne gli sfondi possiamo pensare di impostare

Sfondo sfocato

La migliore scelta sarebbe quella di riuscire a “calare” il soggetto nel suo contesto, lasciando lo sfondo sfocato che dona all’immagine un senso di naturalezza. Per ottenere tale effetto vi sarà sufficiente scattare con un diaframma che vi assicuri un minimo di profondità di campo ma che non sia molto chiuso. Di solito diaframmi “intermedi” ( da F. 5 in poi ) sono quelli che più si prestano per ottenere il risultato illustrato innanzi. In tal modo il soggetto risulterà risaltare su uno sfondo che la fotocamera percepisce appena, catturandone solo i colori ed il contesto, ma che rimarrà privo di elementi “definiti” che potrebbero “distogliere” lo sguardo dal soggetto principale.

 

 
fig. 1 : uno sfondo sfocato permette di calare il soggetto nel suo ambiente



Sfondo nero

E’ evidente che, laddove non vi é luminosità sufficiente per scattare con luce naturale, dovremo ricorrere al flash. Anche se é da preferire sempre uno sfondo sfocato, con l’uso del flash si possono comunque ottenere bei risultati . Spesso pero la luce del flash é troppo forte. In tal caso la migliore cosa da fare é di schermare il flash con un diffusore ; a tal proposito – se non si dispone di un diffusore specifico – un buon risultato si può ottenere con i post-it bianchi incollati sul flash.

 

 
fig. 2 : l’uso dei post-it per attenuare la luce del flash

Si… proprio i post-it che si usano in ufficio; hanno il pregio di poter essere “incollati” anche in serie uno sull’altro modulando in tal modo il grado di attenuazione della luce .

La necessità di attenuare la luce nasce dal fatto che spesso gli insetti hanno parti che potrebbero creare riflessi che “sparati” nella foto ne diminuirebbero il pregio, mentre nei fiori eventuali petali chiari rifletterebbero troppo la luce.

Veniamo ora al risultato “fondo nero” . Distinguiamo innanzitutto a seconda della fotocamera di cui disponiamo.

 
fig. 3 : Con lo sfondo nero viene messo in risalto solo il soggetto e non il suo contesto

Se abbiamo una compatta digitale dovremo impostare il diaframma più chiuso di cui disponiamo (ed eventualmente attenuare la luminosità del flash con uno o più post-it  (se il soggetto non presenta zone “riflettenti” potremo anche farne a meno ). Al diaframma chiuso accoppiamo un tempo di scatto molto rapido (da 1/200 in su). In buona sostanza il diaframma chiuso al massimo ed il tempo di scatto rapido faranno si che la fotocamera non riesca a “percepire” la luce che illumina lo sfondo ed esso risulterà nero, mentre sarà sufficientemente illuminato il soggetto in primo piano. Il solo problema che potremmo avere in tali casi sarà la presenza di ombre molto nette che si potrebbero creare sul soggetto…ma un cartoncino bianco posizionato lateralmente (perpendicolarmente) o la nostra “carta alluminio” risolveranno il problema.Usando il cartoncino avremo infatti un’attenuazione delle ombre; usando invece la carta alluminio creeremo una fonte di illuminazione supplementare che agendo di lato cancellerà molte ombre.

 

 

 

 
fig. 4 : l’uso di superfici riflettenti per schiarire le ombre. Nella foto n. 1 il risultato senza una superficie di riflesso, nella foto 2 , il posizionamento di un cartoncino bianco, nella foto 3 il risultato di una superficie di riflesso.
Notare come ora appare il tronco dell’albero

Nel caso – invece – in cui disponiamo di una reflex il miglior risultato si ottiene posizionando il flash (collegato con un cavetto) lateralmente rispetto al soggetto. Se non si dispone di un “aiuto” di qualche assistente l’operazione sarà complicata, a meno di non possedere una staffa per il flash che permetta tale operazione. Anche in questo caso occorrerà comunque impostare un diaframma chiuso ed un tempo di scatto rapido.

Sarà inoltre opportuno bilanciare l’illuminazione dal lato opposto a quello del flash utilizzando un elemento riflettente e chiudendo abbastanza il diaframma. La luce inciderà quindi perpendicolarmente al soggetto illuminandolo, ma la fotocamera non riuscirà a percepire la luce residua che si diffonderà nello sfondo che risulterà, quindi, nero.

Una menzione a parte merita l’uso di sfondi “artificiali” . E’ possibile infatti usare cartoncini colorati che, appositamente adattati, possono fornire uno sfondo alle immagini. Si tratta di tecniche che vengono effettuate “in studio”…e la cui disamina sarà trattata in eventuali altri corsi.

 

 

Le posizioni degli oggetti

Nella precedente lezione abbiamo visto come diverse sono le “tecniche” con cui avvicinarsi ai soggetti che intendiamo riprendere.

Ovviamente per molti di essi sarà opportuno utilizzare un minimo di zoomata, avendo sempre cura di inserire l’impostazione macro, e cercando di effettuare i nostri scatti senza movimenti bruschi. Utilizzando le “esche” di cui abbiamo accennato sarà possibile che il nostro soggetto si soffermi per il tempo sufficiente a permetterci qualche scatto in più.

 

  
fig. 1 : grazie ad una prospettiva insolita il grillo appare minaccioso



Se disponiamo dunque di un soggetto “tollerante” sarà il caso di effettuare più scatti da diverse posizioni; come abbiamo già spiegato le “prospettive” insolite sono quelle che ci permettono di “caricare” le foto di significati diversi da quelli che si otterrebbero fotografando senza prestare cura alla migliore angolazione di scatto.

 

 
fig. 2 : l’uso di fogli di alluminio o cartoncini bianchi per schiarire le ombre



Quando il soggetto viene illuminato direttamente dal sole valutate la migliore angolazione avendo riguardo delle ombre e di come esse incidono. In questi casi può essere d’aiuto l’uso dei cartoncini bianchi o di fogli di alluminio per schiarire le ombre.

Altre volte potremo approfittare del fatto che alcuni insetti amano rifugiarsi sulla “pagina inferiore” delle foglie…ebbene (quando ciò é possibile) proviamo a sollevare delicatamente la foglia capovolgendola… il soggetto verrà esposto in tal modo alla luce; questa semplice operazione indurrà il nostro piccolo amico a muoversi e spostarsi su quella che é la “pagina superiore” … a questo punto riportiamo rapidamente la foglia nella sua posizione naturale e prepariamoci allo scatto. Quasi sicuramente disporremo di un minimo di tempo per poter effettuare una “cattura fotografica”. In ogni caso, usando un flash di schiarita, proviamo anche a fotografare il nostro soggetto dal basso (direttamente sulla pagina inferiore della foglia) magari facendo intravedere una porzione di cielo; in taluni casi l’effetto e molto gradevole

 

 
fig. 3 : un piccolo ragno verde viene messo in posa rigirando una foglia



Considerate anche la possibilità di effettuare scatti più comodi – sempre che il soggetto lo consenta – spostando eventuali steli, arbusti, foglie . Spesso può bastare per portare il soggetto in una luce migliore spostandolo insieme allo stelo o al ramo ove esso si trova …ricordate però di effettuare questa operazione solo quando ciò non significhi strappare fiori, tagliare rami o arrecare danno alla flora. Ovviamente queste operazioni risultano più agevoli se si dispone di un “aiutante” .

Alcune fotocamere digitali hanno uno schermo LCD orientabile che facilita di molto l’inquadratura anche in posizioni scomode. Dovendo acquistare una fotocamera di questo tipo sarà opportuno valutare la presenza di questo optional di grande aiuto per la macro.

 

 


 

fig. 4 : un optional molto valido per la foto macro; lo schermo LCD orientabile

Obiettivi

Per poter riprendere da vicino i vostri soggetti esistono sostanzialmente 5 strumenti, che applicati alla vostra macchina fotografica vi permetteranno di effettuare tale tipo di riprese:

Il soffietto, é sicuramente il migliore dei sistemi, viene montato sulla macchina fotografica ed alla sommità di esso verrà montato l’obbiettivo, esso vi permetterà di ottenere tutti, o quasi gli ingrandimenti desiderati. Tutti coloro che possono permettersi tale accessorio troveranno superflue queste pagine; essi sono sicuramente degli esperti, ed i piccoli consigli che qui possono trovare non saranno certo loro necessari. Per quanti, invece non hanno mai sentito parlare di tale accessorio basti ricordare che un soffietto per una macchina fotografica che usa pellicole 6X6 quali Hasselblad costa quanto la vostra utilitaria parcheggiata sotto casa.

 

 
fig. 1: il soffietto , l’attrezzatura piu professionale di cui si possa disporre

Ovviamente stiamo parlando di attrezzature altamente professionali…ma provate ad immaginarvi con un soffietto in spalla mentre inseguite un farfalla che decide di svolazzare di fiore in fiore.

In ogni caso…se a leggere queste pagine ci sono persone che fotografano con tali attrezzature ..beh contattateci alla nostra mail, saremo lieti di iniziare una collaborazione.

I tubi di prolunga, …anch’essi vanno montati tra la macchina e l’obbiettivo, ed, a seconda della combinazione che useremo, avremo diversi rapporti di ingrandimento. I tubi di prolunga hanno un costo decisamente accessibile, e si possono ottenere con essi ottimi risultati.Il loro funzionamento si basa su un principio fisico: viene infatti moltiplicata la “focale” dell’obiettivo.

Lenti addizionali… esse vengono montate d’avanti all’obbiettivo della macchina fotografica e sono di solito vendute in confezioni di tre; sostanzialmente funzionano mettendo “gli occhiali” alla vostra fotocamera. Sono economiche, e l’aberrazione dell’immagine che provocano (il classico bordo colorato visibile quando un’immagine si ingrandisce con delle lenti), non é apprezzabile. L’uso di esse però richiede un forte avvicinamento al soggetto che non é possibile ottenere per tutti gli insetti

 

 

 
fig. 2: l’uso delle lenti addizionali; il sistema più economico per la macrofotografia



Anello di inversione, esso ci permette di accoppiare il nostro obbiettivo alla macchina alla rovescia, non avrete aberrazioni delle immagini, ma fotografare con esso non é facilissimo, perderete qualsiasi automatismo abbia la vostra fotocamera. Altro problema che si verifica con tale accessorio é dato dalla “vignettatura”…un riquadro nero che talvolta si vede intorno all’immagine limitato , in alcuni casi, a quattro angoli neri.

 
fig. 3 : l’obiettivo macro; il miglior compromesso costi e versatilità



Obbiettivo macro, di solito più costoso di uno normale, ma vi permette di fotografare in tutta tranquillità, con pesi contenuti, e senza dover montare null’altro sulla macchina che l’obbiettivo.

 

 

Se poi volete avvicinarvi alla macro per la prima volta, acquistando la compatta digitale verificate quale modello possiede il miglior avvicinamento macro. Prima di acquistare il vostro apparecchio, leggete dunque le indicazioni riportate circa la messa a fuoco; una fotocamera che vi consentirà fotografie fino ad una distanza minima di 5 cm. dal soggetto, vi permetterà già di fare belle foto e di divertivi con questo ramo della fotografia. Tutte le foto che vedete su questo sito, infatti, sono state realizzate con delle compatte digitali .

Per quanti possiedono il soffietto beh … vi avevo invitato a non leggere questa parte ed é inutile che ora storciate il naso… se siete arrivati qui vi consiglio di leggere all’interno del sito www.photorevolt.com i sette livelli del fotografo.

Il controluce

Per afferrare compiutamente il concetto di controluce e' opportuno effettuare una esperienza diretta che ci permetta di verificare “sul campo” quali sono gli effetti che si determinano in una fotografia quando la fonte luce si trova alle spalle del soggetto o incide su essa con un certo angolo; provate a riprendere una persona che si trova in una stanza con una finestra alle spalle. Il risultato che otterrete sarà probabilmente un’immagine in cui al figura della persona appare come una semplice silhouette e saranno evidenti solo i contorni. Il viso ad esempio risulterà totalmente scuro e difficilmente se ne vedranno i dettagli.
Si potrebbe pensare quindi che fotografare in controluce dia come risultato soltanto foto poco apprezzabili e godibili, in realtà saper padroneggiare la tecnica del “controluce” ci permette di ottenere risultati spesso creativi e di particolare effetto.
In macrofotografia - in particolare - il controluce si verificherà quando cercheremo di fotografare un soggetto che si staglia contro il cielo o quando esso si ritroverà con il sole alle spalle.
Più precisamente possiamo affermare che il “controluce” si verifica quando l’angolo determinato fra il sole (o la fonte di luce) , il fotografo ed il soggetto risulti minore di 90°. Sembra ostico..ma una figura renderà meglio l’idea.

 


Fig. 1 La schematizzazione del controluce

In buona sostanza si crea nel campo di ripresa un contrasto fra la zona fortemente illuminata e quella ove si trova il soggetto, che risulterà per contrasto molto più scura. Gli automatismi dell’apparecchio fotografico tuttavia non riusciranno a leggere questa differenza e leggeranno la luce solo sullo sfondo . Il risultato dello scatto sarà dunque un soggetto scuro su uno sfondo fortemente illuminato e ciò in maniera particolare quando andremo a fotografare soggetti a noi vicini come animali, insetti o fiori.

 

 

 FIG. 2 IL SOGGETTORIMANE SCURO

 

Come fare allora ottenere immagini di effetto anche nelle condizioni sopra indicate ?
Le soluzioni possono essere di due tipi , a seconda che si voglia o meno fare uso del flash e che - ovviamente - il soggetto ce lo permetta.
La prima soluzione consiste nel forzare la fotocamera a scattare con il flash…anche in pieno giorno; questa impostazione ci fornirà infatti una fonte di luce supplementare, che opera in direzione opposta a quella naturale e che permette di schiarire il soggetto. In buona sostanza con l’utilizzo del flash illuminiamo con un fascio di luce il soggetto al fine di permettere alla fotocamera di disporre di quel tanto di illuminazione in più che ci permetta di cogliere i dettagli che altrimenti rimarrebbero confusi e “bui” .
Quale e' però l’inconveniente che si determina ? Beh in questo caso l’uso del flash necessariamente falserà i colori che appariranno più sbiaditi; in compenso l’illuminazione artificiale ci permetterà di realizzare una foto utilizzando tempi di esposizione molto rapidi che eviteranno anche il rischio del mosso.

 
Fig. 3 La compensazione del controluce con l'uso del flash

 

La seconda soluzione ci viene offerta dalle fotocamere - anche le compatte digitali - che ci permettono di disinserire gli automatismi e di fotografare in “manuale” . Potrebbe sembrare difficile scattare una foto in manuale…in fondo non sempre si riesce ad indovinare la giusta coppia diaframma - tempo…ma c’e una escamotage.
Si tratta in sostanza di verificare, usando dapprima la fotocamera in automatico, la coppia diaframma - tempo che la nostra compatta “vorrebbe” utilizzare. Facciamo mente locale sulla coppia indicata - ad esempio 1/500 + F 5 , e poi , tenendo a mente i valori che ci offre la fotocamera, impostiamola in manuale rispettando ad esempio l’apertura del diaframma (f 5) e modificando invece solo il tempo di scatto. Ovviamente in questo caso la finalità e' quella di raccogliere più luce per “schiarire” i dettagli che verrebbero “bui” … quindi imposteremo un tempo di scatto più lento (nel nostro esempio 1/300 anziché 1/500) . La maggior “durata” dello scatto permetterà al sensore di raccogliere luce per un tempo maggiore e di conseguenza, anche quel poco di luce in più che ci permette di schiarire i dettagli desiderati.

 
Fig. 4 Il controluce realizzato senza l'ausilio del flash
 

Fig. 4 Il controluce realizzato senza l'ausilio del flash

Ovviamente lo stesso risultato si otterrà modificando anziché il tempo di scatto, il diaframma che in tale caso dovrà risultare più aperto.

L’uso di tale tecnica permette di rispettare i colori del soggetto, che non verranno falsati dal flash…ma come gia anticipato, tale soluzione e' possibile solo disponendo di una fotocamera che permetta lo scatto in modalità “manuale” o semi automatico.

Il colore

La reazione al colore é una cosa soggettiva, frutto di esperienze personali. Esistono tuttavia delle regole fisiologiche, universali, di reazione.

Il giallo ad esempio é considerato un colore vivace… questo perché la retina del nostro occhio é particolarmente sensibile alla lunghezza d’onda emessa da tale colore.

Quando – inoltre - abbiniamo due colori é la combinazione stessa che ci offre sensazioni diverse…questo perché il nostro occhio deve adattarsi prontamente per reagire alle diversi lunghezze d’onda del colore

Colori con scale cromatiche molto distanti tra loro ci trasmettono, quindi, una sensazione di dinamismo, mentre colori con lunghezze d’onda prossime ci appaiono riposanti.

 

 
Calma

 

Dinamica



fig. 1: una farfalla posatasi su un bouquet di fiori . Solo sul giallo ci comunica calma, la sola presenza della rosa rossa invece rende l’idea del dinamismo

Altre sensazioni comuni a tutte le persone sono delle sensazioni quale calore, (rossi ed arancio) di freddo ( gli azzurri ed i celesti ) tenerezza ( i rosa ed i verdi pastello ) , o richiamano concetti generali ad es. la terra ( i marroni ), il mare (blu carico) . Provate a capire le sensazioni che i colori vi ispirano, associate loro delle sensazioni, la reazione delle persone al colore vi permetterà di creare delle immagini sempre emozionanti. Queste considerazioni valgono anche per la macrofotografia; scegliendo il giusto soggetto o la giusta combinazione di colori potete comunicare l’emozione sottesa alla vostra foto. Una semplice farfalla che succhia il nettare di un fiore può comunicare tanti concetti: esprimere la bellezza della natura, ma anche la sua fragilità, e cogliere un soggetto, ad esempio, su di un fiore piuttosto che su di un altro farà “leggere” diversamente la vostra foto.

Giocando sull’accostamento dei colori possiamo, quindi, cambiare il volto di una foto; come abbiamo detto… foto con colori che hanno lunghezze d’onda vicine, ci danno un senso di calma, di pace, basta però un solo tocco di colore per cambiare, aspetto, per provare un’emozione diversa,


 



provate a guardare la foto in alto, e confrontatela con quella seguente, la vostra attenzione in quella in alto credo sarà stata catturata dal battello, in quella in basso la “macchia di colore”, rappresentata dalla linea rossa lo farà risultare diverso
quella che era una sensazione di riposo e pace é divenuta una sensazione di dinamicità, la barca é divenuta aggressiva.


 

Guardate come la pace del borgo dei pescatori si anima se solo in primo piano viene messo un soggetto cromaticamente movimentato


 


inoltre qui i pali del rimessaggio hanno inserito la barca in una “quinta” in una specie di scenografia

Discorso a parte merita la complementarità dei colori. Senza entrare in dettagli scientifici, sappiamo che i colori fondamentali sono tre (rosso - blu - giallo) e che le combinazioni fra esse ci danno altri colori . Il verde (giallo+blu) , il viola (rosso+blu) , l’arancio (giallo+rosso), detti anche colori composti. Ebbene quando sono presenti tali colori, o le loro diverse gradazioni, la composizione dell’immagine risulterà più gradevole se abbiniamo al colore composto il colore fondamentale che manca. Abbineremo quindi il verde al rosso, il viola al giallo, il blu all’arancio.

Provate ora, con questi brevi concetti sul “colore”, a comporre le vostre macrofotografie: spesso anzi una valido accoppiamento di colori vi aiuterà a trasmettere le sensazioni che provate e che sono la vera anima di una foto…


Composizione dell'immagine

Quel che qui diremo sulla “composizione dell’immagine” sarà tutt’altro che esauriente ma, ripetiamo, il nostro vuole essere un invito ad uscire e ad usare le vostre macchine fotografiche, di qualsiasi tipo esse siano, e provare a fare delle foto; con il tempo e l’esperienza imparerete tutte le “tecniche” della composizione.

Una foto per essere bella necessita non solo di una corretta esposizione, cioè che il tempo ed il diaframma usato siano quelli giusti, di questo – nelle più recenti fotocamere – si occupa spesso in maniera molto valida l’automatismo della macchina fotografica. Ciò che invece dipende sempre e solo dal fotografo é che l’immagine ripresa sia ben composta, che vi sia cioè il giusto rapporto tra tutti gli elementi presenti nell’inquadratura, …la giusta composizione

 

 
fig. 1: in alcune fotocamere di ultima generazione la composizione e guidata. In questo caso un ritratto


Per capire come ottenere di “giusto rapporto” basterà all’inizio apprendere poche regole e cimentarsi in scatti di prova.

Per rendere l’idea del bilanciamento di tutti gli elementi all’interno dell’inquadratura é più semplice rifarsi all’esperienza diretta; ci accorgiamo infatti se un’immagine ha una giusta composizione semplicemente dando un’occhiata alla foto. Tutti coloro che riprendono un soggetto cercano di trasmettere le sensazioni da essi provate; eppure il nostro sguardo viene catturato solo alcune foto e non da altre.

Una foto viene detta per convenzione sbagliata, ad esempio, quando tutti gli elementi inquadrati si trovano solo su un lato di essa; se essi sono distribuiti, ad esempio, tutti sulla destra avremo una foto con un “vuoto” a sinistra… la nostra attenzione non verrà catturata.. quel vuoto ci darà un senso di disturbo generato dalla fatica trovare in esso un “contenuto”.

 

 
fig. 2 : un’immagine non ben composta nella ripartizione degli spazi…troppo vuoto



Naturalmente un’armoniosa composizione non é basata su rigide regole geometriche, ma dobbiamo comunque tener conto di alcuni elementi fondamentali.

Nel riprodurre un paesaggio, ad esempio, é opportuno seguire una linea che catturi l’occhio, come può essere quella dell’ orizzonte, una linea che “ci catturi” distogliendo quasi lo sguardo dal resto della foto: occorre però evitare la monotonia della ripresa. Così per esempio,inquadrando un campo di grano, oltre ad inserire la nostra linea (l’orizzonte o il limite del campo), sarà bene anche riprendere un elemento totalmente diverso da esso, come un albero in primo piano, un uccello, che vola, oppure (meglio ancora) una persona al lavoro. Ovviamente la nostra “linea” non dovrà necessariamente svilupparsi solo in orizzontale.

 

 
fig 3: presenza di una linea che cattura l’occhio…la diagonale del profilo del monte dall’angolo basso sinistro a quello alto destro



Prima di scattare, cercate il punto di vista migliore, provate ad inquadrare prima con la macchina in orizzontale e poi, senza spostarvi, guardate la stessa cosa ruotando la macchina di 90°, spesso basta questo per cambiare volto ad una foto.

Uno degli errori più comuni nel ritrarre esseri viventi, e dunque anche in macrofotografia, é quello di ritrarre il soggetto ponendolo semplicemente al centro della nostra inquadratura, senza riprenderlo nella sua interezza; in questi casi la mente del fotografo continua a percepire ciò che ha visto prima di avvicinare all’occhio la macchina fotografica ritenendo “completa” l’immagine. Non sarà però cosi per la mente di chi guarderà la foto, con il risultato che il soggetto ripreso risulterà “sgradevole” alla vista. Provate ad esempio a guardare la foto di una persona a cui non siano stati ripresi i piedi: avvertirete il senso di fastidio di cui vi abbiamo parlato. Lo stesso ovviamente avverrà in macrofotografia .

Prima dello scatto, quindi, restate calmi, fate scorrere l’occhio lungo tutti i lati dell’immagine, ponetevi come se guardaste un quadro: nella maggior parte dei casi vedrete che semplicemente ruotando la macchina fotografica, in essa si comporrà un’immagine accattivante molto gradevole, ed anche le vostre foto rievocheranno tutte le sensazioni provate nell’istante dello scatto.
Veniamo ora ad alcune delle regole fondamentali per una corretta composizione dell’immagine.

La regola dei terzi

Quando guardate all’interno del mirino, oppure il monitor della vostra digitale, tracciate ipoteticamente quattro linee equidistanti, due orizzontali e due verticali (come nello schema del gioco del tris), in modo da comporre 9 riquadri. Alcune fotocamere digitali fanno apparire queste linee nel monitor… a questo punto il soggetto principale della vostra foto dovrà trovarsi in uno degli incroci formati dalle linee.

 

 
fig. 4 : le linee su cui si basa la regola dei terzi. Nel comporre le immagini i soggetti principali vanno posizionate su esse



Le linee guida

Può essere utile a volte inserire nell’inquadratura linee che guidano il nostro sguardo verso il soggetto principale della foto, una linea di alberi, una strada, un’ombra proiettata da una casa, da un campanile.

Queste linee oltre a guidare lo sguardo catturano l’attenzione, ci portano verso il soggetto; meglio ancora se queste linee partono da sinistra e vanno a destra, in fondo questo e il senso cui siamo maggiormente abituati; infatti il nostro sistema di scrittura va appunto da sinistra a destra, é uno schema a noi noto a cui il nostro cervello é più abituato.

 

 
fig. 5 : la presenza di una “linea diagonale” rappresentata dallo stelo del fiore culmina e “conduce” al soggetto principale: la farfalla



Le cornici naturali

Altre volte quello che sembra banale può essere reso piacevole semplicemente incorniciandolo, provate a fotografare il vostro soggetto attraverso la guida naturale dei rami di un albero oppure attraverso una staccionata, questa tecnica dona una grande profondità all’immagine. A maggior ragione potremo usarla in macrofotografia; spesso la presenza di vegetazione ci aiuta a trovare eventuali “cornici naturali”

 

 
“cornice naturale "

 
“cornice naturale”
fig. 6 : l’immagine del panorama assume più profondità e “respiro” per la presenza dei rami ed alberi in primo piano . Nella seconda foto un flash di schiarita illumina il ramo di un albero usato come cornice naturale